20131125

Thomas Henkelman voted "US Chef of the Year 2013" by Travelscore Magazine

Il 15 ottobre 2013, dopo cinque anni, abbiamo aggiornato il nostro score review all' "Homestead Inn di Thomas e Theresa Henkelmann". Sia sotto il profilo del soggiorno che quello del gourmet. La location si e' dimostrata ancora una volta all' altezza del suo stato di appartenenza al "Relais & Chateaux" e pure la cucina, degnamente rappresentata nell' elite della "Les Grandes Tables du Monde" collection. Score assegnato 20/20 ad entrambe le categorie Inn e Gourmet. Ma nel caso di Thomas siamo andati oltre, assegnandoli il titolo di "US Top Chef of the Season 2013" per la qualità' del gourmet e della costanza mantenuta in dieci anni dalla nostra prima visita. Ben tre volte consecutive l' Homestead Inn ha mostrato la propria eccellenza.


Annoverato tra i pochissimi Relais & Chateaux d' America, l' "Homestead Inn" si trova a Greenwich in Connecticut, appena trentacinque minuti dal centro di Manhattan, a cui si arriva in auto o con il comodissimo treno per pendolari che lo collega con la Grand Central station di NYC. La ricca cittadina e' stata più' volte votata come migliore per la qualità' di vita, in tutti gli USA.


La struttura molto caratteristica racchiude in se la tipicità dello stile New England. A pochi passi dal mare, immersa nel verde e nella quiete della baia circostante, la casa di Thomas e Theresa e' molto accogliente e riservata.

Lo stile dell' arredamento e' di classe, con un fascino tutto proprio che spazia tra la tradizione e l' arte moderna ben proposta in pochi ma incisivi dettagli, curati dall' impareggiabile gusto di Theresa, quasi una continuazione della sua persona.


La coppia Henkelmann e' straordinaria, un tandem collaudato negli anni, che ha portato successi continui tanto da divenire la meta preferita di molti newyorkesi e viaggiatori esigenti del New England. Lei americana del Michigan, lui Europeo dalla Germania hanno insieme decretato la direzione da prendere secondo un perfetto equilibrio tra le loro differenti culture.


La nostra esperienza gourmet con lo chef "Thomas Henkelmann" e' stata sublime e anche questa volta diversa e sorprendente. Segno di un evoluzione e ricerca continue all' insegna del rispetto per le materie prime. Così la serata e' iniziata con "Crisp Triangle of Maine Lobster with Leek Fondue and Saffron Scented Lobster Broth", seguito da "Fricassee of Maine Lobster on Tri-color Fettuccine with Vegetables and Lobster Sauce". Tra il pesce e il piatto di carne successivo, Thomas ci ha inviato una piacevole sorpresa: una cocotte di uovo e tartufo gradevolissima che ha anticipato la "Crispy Long Island Duck served with Pommes Boulangere, Poached Apple, Cranberries, baby Vegetables and Cranberry Duck Sauce".




Per finire, come dessert, una spettacolare "Vacherin with Vanilla Bean Ice Cream and Raspberry Sorbet, layers of Meringue, Creme Chantilly and fresh Berries". Una delle migliori mai avute in giro per il mondo e vi assicuro che ne abbiamo assaggiate molte.

La mattina dopo e' bello fare colazione nella stupenda veranda immersa (nel nostro caso) nei colori del "fall" autunnale, dai colori caldi e avvolgenti, mentre proviamo le Eggs Benedict with Hollandaise Sauce, una scelta che tendo a ripetere in molti Inn per confrontarli tra loro.



La veranda continua poi con il bel patio esterno dove e' piacevole dilungarsi sorseggiando uno dei pregiati  distillati presenti nel fornitissimo bar della proprietà che vanta numerosi top rated da tutto il mondo.



Gli interni sono molto accoglienti e come già' detto rispecchiano il carattere dei proprietari che nonostante il livello di lusso della struttura, vi fanno sentire a casa vostra senza soggezione alcuna, anzi il personale, altamente qualificato, vi coccolerà durante l'intero soggiorno. Piccoli ma importanti dettagli anche nelle camere da letto e nel bagno come la collezione di saponi Bulgari.



L' Homestead Inn e' una meta buona per tutto l' anno e la consigliamo anche a coloro che vanno a New York, come alternativa originale ed esclusiva, agli anonimi hotels sopravvalutati di Manhattan, talvolta persino più costosi. Infatti comparando i prezzi e la qualità' offerta e' molto più' ragionevole prenotare una camera qui. Dopodiche' basta prendere il north metro-train (biglietto singolo o in abbonamento settimanale valido anche per la metro in citta') e trovarsi insieme ai manager che vanno downtown al lavoro e la sera ritornano, come visto in numerosi films ambientati nella grande mela.


L' Inn si trova a trenta minuti dall' aeroporto  Kennedy e ancor meno da La Guardia. Al vostro arrivo troverete il caloroso sorriso di Theresa Henkelmann ad accogliervi e l' estro creativo della cucina di classe di Thomas. Guardate i menu' del "lunch" e del "dinner" e provate per credere. Per prenotare invece vi basterà contattarli.


Article by Luca Centoni, Pictures by Maria Grazia Sanfelice, and the Homestead Inn

20131120

"Le Cirque" restaurant in NYC. Dinner & interview with legendary "Sirio Maccioni" a Tuscan Proud.

Sono trascorsi dieci anni dalla mia ultima intervista a Sirio Maccioni, l' emblema della ristorazione italiana nel mondo. Certamente un caro amico, insieme alla sua bellissima famiglia che vanta fiere origini toscane, come me del resto, per cui parlare con lui e' come trovarsi a casa.

E' una bella serata a Manhattan, c'e' stata la parata del "Columbus Day" da poche ore, per cui un giorno interamente dedicato alle origini italiane. E chi, meglio di Sirio, rappresenta l' immagine del self made man Italiano? Il suo appassionato racconto di quando arrivo' in USA iniziando completamente da zero, ma con tanta umiltà e voglia di lavorare imparo' subito quello che andava fatto per affermarsi e crescere negli anni fino ad arrivare alla costituzione di un vero impero. Il segreto e' la sua conoscenza degli americani, di cio' che si aspettano, quello che stimola la loro curiosità. Meglio pochi ma collaudati "grandi" e "semplici" piatti di un menu' troppo eclettico e d' avanguardia come alcuni chef talvolta vorrebbero imporre dimenticando l' importanza delle materie prime e della tradizione, magari rivisitata, ma pur sempre legata al territorio di origine. E così' mentre parliamo arrivano le varie portate della serata. Lui pero' ha già' mangiato... qualcosa di sofisticato? No, un semplice panino all' Italiana. Gia' proprio così, come l' ultima volta quando mentre lo intervistavo stava cenando con un piatto della cucina povera toscana, ereditato da una ricetta di sua nonna. Siro e' così, il re dei ristoratori mondiali che preferisce l' essenza della tradizione alla sofisticazione. La semplicità' e' dei grandi e lui non fa eccezione. Nel frattempo ho avuto il piacere di testare il loro attuale chef "Christian Fischhuber", l' ultima volta c'era ancora "Pierre Schaedelin". Quindi nell' ordine mi giungono assaggi dei seguenti estratti dal menu: "Trio De Luxe of Smoked Salmon, Foie Gras and Caviar". "Lobster Salad of avocado, haricots verts, creme fraiche, caviar". "Foie Grass Ravioli of cabbage marmelade and truffle foam". "Rack of Lamb with artichoke three ways, broad bean panisse and goat cheese". Per finire un eccellente "Floating Island Le Cirque made with meringue and creme anglaise" Inutile dare punteggi alla leggenda perché l' esito scontato di un 20/20 non si riduce ad una semplice recensione, ma a cio' che sta dietro ad un impresa familiare come questa, ma dai contorni sfumati di una multinazionale della ristorazione così collaudata da permettersi di offrire grandi classici senza dover innovare a tutti i costi
La vera novita' dice Sirio e' che ormai sono i miei figli a portare avanti tutto quanto. In particolare Marco che con grande passione e un amore per la famiglia, insieme ai fratelli sono il futuro della nostra immagine. Torniamo sempre in Italia per le vacanze estive, perché le nostre radici sono in Toscana ed e' giusto che i miei nipotini vivano un' esperienza nel paese di origine del loro nonno. La nostra vita pero' e' qui in America, il paese delle opportunità' dove se hai voglia di fare il sogno può' essere raggiunto, ma non con quella facilita' che tutti pensano. Ci sono regole e comportamenti da rispettare che fanno parte di un preciso sistema di vita. Nonostante tutto alla fine si vive tra i due mondi, cercando di trarne il meglio possibile. In ogni caso, dice, non tornerei mai a vivere in Italia in via definitiva.




Sirio ha pubblicato due libri uno sulla sua storia personale e l' altro sul ristorante e le sue ricette, includendo comunque molti aspetti e aneddoti della sua vita interessante, fatta di incontri con i grandi personaggi del jet set internazionale che hanno, da sempre, frequentato i suoi locali.


Annesso al ristorante "Le Cirque" c'e' "Le Cirque Cafe" un ritrovo per gli amanti del buon jazz e del vino al bicchiere di alta qualità'. Un' atmosfera tra il moderno e il retro' delle jam session in stile talvolta Dixieland o classic jazz con sonorità avvolgenti che invitano a restare fino a notte fonda, mentre fuori le mille luci della magica Manhattan ci ricordano che New York non dorme mai.



Saluto il mio caro amico Sirio con la promessa di visitare anche gli altri ristoranti che il gruppo ha in giro per il mondo, primi fra tutti quelli a Las Vegas. "See you in Bellagio, Las Vegas on Feb. 2014!!!"


article by Luca Centoni, pictures by Maria Grazia Sanfelice

pictures of Marco Maccioni by Sabrina Wender

20131118

Third Eye Blind concert in Orlando for 20th Anniversary at House of Blues

Ieri sera alla "House of Blues di Orlando", Florida, si sono esibiti i "Third Eye Blind", gruppo "rock alternativo" molto conosciuto negli States. La band, fondata nel 1993, e' oggi composta da Stephan Jenkins (cantante, autore dei testi e chitarrista), Abraham Millet al basso, Brad Hargreaves alla batteria e Kryz Reid alla chitarra. La band nel corso degli anni ha visto diversi cambiamenti all' interno della sua formazione, in particolare i chitarristi si sono avvicendati nell' ordine: Kevin Cadogan poi sostituito con Tony Fredianelli e infine con l'attuale Reid. Anche il bassista Arion Salazar non ha più suonato col gruppo, per essere succeduto temporaneamente da Leo Kremer fino al ruolo definitivo di Millet. Stephan Jenkins, leader e portavoce del gruppo ha trascinato le file dei fans nell' affollatissima House of Blues nella fulcro della movimentata Downtown Disney.


Un fila lunghissima fuori dall' edificio già due ore prima dell' esibizione ha registrato il tutto esaurito e una serata di successo per gli organizzatori. Jenkins ha personalmente ringraziato il pubblico di Orlando indicandolo come particolarmente caloroso, tanto da estendere diversi bis e la durata del concerto. Inoltre la band si e' concessa un po' di svago nella capitale mondiale del divertimento restando un po' più del solito rispetto ad altre destinazioni del tour.


Le ragazze fremevano al ritmo irresistibile delle note di "Jumper" o di "Semi-Charmed Life", già noti successi inseriti rispettivamente in films come "Yes Man" con Jim Carey e "American Pie". Vincente l' idea dello spazio e l' atmosfera offerta dall' originale "House of Blues" che rispetto ad uno stadio consente al pubblico un maggiore contatto con gli artisti e sonorità più' fedeli oltreché un'esperienza ravvicinata. Spesso Jenkins ha parlato direttamente verso persone de pubblico quasi fosse in casa tra amici o ad una festa di college, lanciando anche indumenti personali.

I Third Eye Blind hanno registrato il primo demo agli inizi degli anni novanta e nel 1996 la band fu scelta per fare un' apertura di concerto degli Oasis. Si dice che prima di salire sul palco fossero stati avvisati circa il possibile lancio di cibo e lattine da parte della folla, se non fossero stati apprezzati. La performance si rivelo' un grande successo tanto che il pubblico chiese il bis al termine del concerto degli Oasis. Cio' porto' a quella accesa competizione e rivalità per tutti gli anni a seguire.

La natura franca di Stephan Jenkins a riguardo del suo modo libero di esprimersi su molti musicisti gli ha fatto guadagnare la nomina di "bocca più' grande della musica" da parte dei critici.


Nel 2006 hanno pubblicato "A Collection", raccolta che include la versione completa anche di "Blue". Il gruppo si riferisce alla famosa band dei "Duran Duran" che si formo' nei primi anni settanta. Circa il significato del nome del gruppo "Third Eye Blind" Jenkins ha spiegato che deriva da un' idea metafisica di un terzo occhio della mente, un argomento di un libro che ha letto. Essendo poi piaciuto agli altri componenti della band e' stato adottato all' unanimità .


La discografia include "Third Eye Blind" (1997), "Blue" (1999), "Out of Vein" (2003), "Ursa Major" (2009) piu' una serie di singoli usciti nel corso del ventennio. Nel 1997 la canzone "Semi-Charmed Life" ha vinto il "Bilboard Music Award" come migliore brano rock dell' anno. Nel 1998 poi ottiene due nomination degli "American Music Awards" per il miglior nuovo artista in ambito pop/rock e anche come miglior artista alternative.

Sul finale dell' esibizione il pubblico e' andato in delirio per la bellissima "Motorcycle Drive By" che personalmente trovo essere la mia preferita per testo e sonorità'. Entusiasmante il passaggio dall' andamento lento iniziale (e finale) verso un ritmo rock sfrenato nella parte centrale del brano.


I "Third Eye Blind" continueranno il loro road tour per gli USA fino a concluderlo nella loro citta' di origine, San Francisco.

Article by Luca Centoni, Pictures by Kristin Ashley Bever

20131105

"The Ahwahnee Resort" for 2014 Yosemite National Park's 150 Anniversary

In 2014 Yosemite celebrates its sesquicentennial anniversary – 150 years ago Yosemite Valley and Mariposa Grove became the first public parkland the federal government had ever set aside, with President Lincoln declaring, “upon the express conditions that the premises shall be held for public use, resort and recreation.”Upcoming celebrations include events and programs that encourage all visitors to participate in and appreciate the birth of the national park ‘idea.’ This iconic valley in California was central in shaping the idea of national parks in the United States and around the world.  Celebrations will include visitor events, an art exhibit, a documentary, as well as a commemorative book and stamp.
Siamo andati a Yosemite National Park la prima settimana di Settembre 2013 durante l'epilogo di un vasto incendio durato settimane. La valle principale e' rimasta intatta, così' come buona parte del parco. Dopo dieci anni di assenza siamo andati a verificare il livello qualitativo del migliore albergo del parco. Si tratta dell' "The Ahwahnee Resort" uno dei più belli hotel di montagna degli stati Stati Uniti d' America.
Le camere dell' Ahwahnee godono di una eccellente vista delle montagne circostanti e hanno mantenuto quel fascino tipico dell' hotel di alta montagna americano, costruito in pietra naturale e tronchi di legno.
E' un ottimo campo base, di lusso, per intraprendere camminate o arrampicate lungo i percorsi disponibili per miglia attorno alla valle principale. Ci sono attività' di ogni genere: dal rafting al trekking a dorso di mulo o horse riding. La stagione e' buona per tutto l' anno e quindi, anche in inverno, sono possibili attività' sportive come lo sci.
El Capitan è una roccia granitica alta circa 900 m situata nella zona a Sud-Est del Parco. I Nativi Americani consideravano questa roccia come sacra. Oggi è una delle più famose mete al mondo per gli scalatori più esperti e dei lanciatori di base jumping, diventando così anche il luogo di molti fatali incidenti.
Nel 1984 è stato designato come Patrimonio dell'umanità dall'Unesco per le sue spettacolari cime granitiche, le sue cascate, i ruscelli limpidi, le sequoie giganti ed in generale per la biodiversità. Circa l'89% del parco è considerato ancora allo stato selvaggio, cioè un'area dove l'apporto delle modifiche da parte dell'uomo è minimo.
Dopo un decennio abbiamo constatato che l' Ahwahnee e' stato ulteriormente migliorato e ristrutturato. La sua cucina e' ancora eccellente e il piacere di cenare nelle sue bellissime sale da pranzo, con i soffitti a cattedrale.
L' atmosfera del grande albergo di montagna ha certamente il suo fascino! Il test della serata si e' basato su appetizer di "Grilled Lamb Lollipops", pomegranate molasses e lavender fleur de sel. Deliziose cotelettine da pregustare prima del main course che nel nostro caso consisteva in "Slow-Roasted Angus Beef Prime Rib" King Cut (taglio grande) accompagnato da Mashed Potatoes, Yorkshire Pudding (concessione britannica) Green Beens, Au Jus, Horse Radish, come vuole la tradizione. Su questo tipo di piatto, a condizione che sia ben cucinato, gli americani hanno da dire la loro anche a noi europei. Il vino in abbinamento era un bicchiere di ottimo "Cain Cuvee, Napa Valley,NV9, consigliato dallo chef. Invece sull' agnello e' mancato l' abbinamento, peraltro da noi richiesto al momento dell' ordinazione. Ci e' stata servita invece una San Pellegrino con ghiaccio, il cui effetto e' stato di degassamento dell' acqua minerale. Il dessert prevedeva una serie di assaggi a base di dolci alla pesca (gelato, mousse, cakes ecc.) peraltro molto freschi ed appetitosi. Nel complesso molto bene! Voto 17/20.
Un capitolo a parte per la colazione servita nella stessa sala la mattina dopo, dal cui menu a-la-carte abbiamo scelto un signature recipe ovvero le "Happy Isles Eggs Benedict" uova in camicia con salsa olandese, muffin bread, pomodori, spinaci, pancetta canadese e le immancabili hash browns. Voto 20/20.